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Contro le mafie e per i diritti: CREA, AGISCI, TRASFORMA!
Uno sguardo pop per una vocazione popolare e l'antimafia sociale come pratica e punto d'osservazione per contrastare le povertà educative e culturali, estendere la sfera dei diritti e arginare le disuguaglianze.
Se c’è un fenomeno strutturale che da sempre caratterizza la storia del nostro Paese e che è in grado di cavalcare l’onda dei cambiamenti, quello è la mafia, anzi le mafie.
Capaci di prosperare anche nei periodi di crisi più acuta, le mafie fanno della povertà, delle disuguaglianze, delle marginalità e del disagio leve fondamentali di consenso e manodopera a basso costo per le loro attività illecite.
Le fragilità socio-territoriali, causate dall’incapacità della politica di mettere in campo risposte adeguate e provocate dall’assenza di sistemi di welfare in grado di far fronte a bisogni e desideri, diventano terreno fertile per il loro giro sporco d’affari.
Le mafie oggi costituiscono una vera e propria holding e la loro forza sta nella capacità che hanno di reclutare e offrire un welfare parallelo a chi vive una condizione di disagio e non ha altre alternative.
In questo scenario, diventa urgente promuovere un pensiero e un punto di vista critico, che abbia al centro l’antimafia come prerequisito dell’agire pubblico e come principio trasversale, capace di guidare l’azione politica in tutti gli ambiti: educativo, sociale, economico e culturale.
Nel corso della nostra storia, iniziata come daSud nel 2005 in Calabria e proseguita a Roma dal 2009 e dal 2024 con un nuovo nome (*leggi qui la comunicazione ufficiale*), abbiamo sempre promosso questo approccio, sviluppando e realizzando progetti, produzioni, campagne e proposte volte a tenere vivo il tessuto dell’antimafia, recuperare memoria dal basso, creare consapevolezza, sviluppare un punto di vista critico sulla società, ridurre le disuguaglianze, promuovere la parità di genere, promuovere le pari opportunità, assicurare la buona governance dei territori.
Ci siamo battuti per un reddito minimo garantito che in un’ottica antimafia renderebbe più difficile l’arruolamento delle fasce sociali più deboli nella criminalità organizzata, per destinare il 3% dei soldi confiscati alle mafie al diritto allo studio, per introdurre buone pratiche e strumenti utili per amministrare in modo trasparente comuni e municipi, per inserire l’educazione sentimentale nelle scuole come antidoto alla violenza di genere e all’omofobia. Abbiamo acceso un focus su Roma e raccontato le mafie sul territorio prima ancora dell’inchiesta Mondo di Mezzo.
Siamo cresciuti e abbiamo consolidato il nostro punto di vista scommettendo sull’antimafia delle opportunità, sulla valorizzazione della scuola come primo presidio antimafia e sul rilancio delle periferie come azione necessaria e indispensabile per contrastare la fascinazione dei clan.
Ma non è sufficiente.
Viviamo in un momento storico in cui la forbice delle disuguaglianze è sempre più ampia, la povertà e le marginalità sociali e territoriali crescono, il clima di odio e la violenza aumentano, il disagio dei più giovani cresce, gli episodi di criminalità e corruzione aumentano. I diritti, quelli storici e già acquisiti, vengono messi in discussione.
Per questo è necessario sviluppare con urgenza una consapevolezza diffusa delle sfide che ci attendono e mettere in campo soluzioni condivise e nuovi modelli educativi, sociali e culturali.
ÀP – Antimafia Pop Academy vuole lavorare proprio in questa direzione, facendo e promuovendo l’antimafia sociale come punto di osservazione per contrastare le povertà educative e culturali, estendere la sfera dei diritti e arginare le disuguaglianze.
Mossa da una vocazione popolare e da uno sguardo “pop” principalmente rivolto a quei giovani che vivono una situazione di fragilità economica, sociale e culturale e a quelle periferie d’Italia che faticano a uscire da una condizione di “eterna” emergenza, nel 2016 ha trasformato il suo punto di vista in pratica quotidiana, scommettendo sulla forza dei linguaggi creativi e sulla scuola come primo presidio di cultura antimafia, come laboratorio permanente per l’esercizio dei diritti e della democrazia, e come luogo aperto al territorio e alla città.