Conversazioni
Coordinate sgrammaticate di democrazia
Roma, 12 novembre 2024 – «Trovarsi insieme». È questa una delle accezioni del vocabolo «conversazione». Trovarsi insieme, dunque, per discutere e dibattere, affermando la necessità di un conflitto, inteso
come elemento fondamentale di un sistema democratico, capace di creare trasformazione e di affondare lo sguardo nella complessità dei sistemi sociali. Conversare mettendo in risalto la pluralità dei punti di vista, alimentando e provando a sciogliere, collettivamente, dubbi.
Confrontarsi e mettersi in discussione per un conflitto dialettico che ripudia ogni forma di violenza e di guerra, che si oppone alle povertà materiali e intellettuali del nostro presente. Un conflitto che generi nuovi percorsi collettivi di cittadinanza e che alimenti la democrazia affrontando le questioni urgenti del nostro tempo: l’evoluzione delle vecchie e nuove mafie, le nuove prospettive dell’antimafia sociale, la cultura Hip Hop come
strumento educativo, il mondo dell’adolescenza dentro e fuori la scuola, le questioni ambientali, il sistema carcerario e la giustizia minorile, l’uso dei moderni strumenti di informazione e comunicazione, lo stato di salute delle nostre città. Conversare in uno spazio pubblico insieme ad artisti, docenti ed esperti, personalità della politica e delle istituzioni, realtà del terzo settore. Per provare a immaginare e disegnare nuove coordinate di democrazia. Coordinate sgrammaticate perché sappiano essere elemento di contraddizione per creare, agire e trasformare.
Prende il via così Conversazioni. Coordinate sgrammaticate di democrazia, la rassegna promossa e organizzata da ÀP – Antimafia Pop Academy con un programma di appuntamenti (in via di aggiornamento) che intendono affrontare le sfide del presente e alimentare uno sguardo capace di costruire futuro.
In quest’ottica, il primo appuntamento – Dalla giustizia minorile al voto in condotta fissato per venerdì 15 novembre alle ore 17 (Via Contardo Ferrini, 83), non potrà non tenere conto delle cronache più recenti che hanno riguardato Napoli: tre giovani morti in due settimane. Questo il dato drammatico che non può essere letto come caso isolato, bensì come aspetto ben più visibile di un problema strutturale che riguarda il Paese intero.
“Soldi, pistole e potere”. Il modello ereditato dalle organizzazioni criminali, un immaginario dominante e trasversale per ragioni decisamente molto più complesse di sbrigative caccia alle streghe: c’è chi chiede il disarmo dei giovani, c’è chi chiede pene sempre più dure e repressive, qualcuno (in pochi) si domanda da dove arrivino tutte queste armi, altri inneggiano a crociate contro le produzioni audiovisive, serie tv e film, come se la colpa dovesse essere ricercata in chi questo modello ha provato a raccontarlo. Cortocircuiti decennali.
Tutto questo succede a poco più di un anno dal decreto Caivano, fresco di depotenziamento economico da parte dello stesso governo che lo ha voluto, la politica si destreggia tra l’esercizio della repressione da una parte e poco coraggio e forse scarse idee dall’altra.
Di questo e di molto altro si parlerà per costruire un confronto aperto con quanta più comunità possibile: ragazze e ragazzi, docenti, famiglie, associazioni, giornalisti.